L’Hotel 5 Stelle Le Agavi, a Positano, ha una fisionomia unica, come unica – e visionaria – è la personalità di chi lo ha concepito. La storia della nostra struttura si lega all’ispirazione, e alla vita, dell’avvocato Aldo Capilongo, costruttore e gentiluomo napoletano. Ma soprattutto inguaribile sognatore.
Aldo Capilongo già scolpiva con il pensiero, là dove c’era la scoscesa e selvaggia montagna positanese, un paradiso che congiungeva mare e cielo. Quando, nel 1966, l’avvocato comunicò alla famiglia l’istintivo acquisto di quei trentamila metri quadrati nell’area di Positano, la reazione generale fu di scetticismo, persino da parte della moglie Maria Rosaria. Eppure, parve subito così strano che un costruttore tanto acuto, con un rinomato senso degli affari, avesse smarrito il magico fiuto. Non era così, infatti: Aldo Capilongo aveva tutto chiaro nella sua geniale testa, fin dal primo istante. La realizzazione fu tutt’altro che semplice e si prolungò oltre trent’anni; del resto l’avvocato amava le sfide e la costruzione di un hotel sul costone roccioso di una montagna superava di gran lunga tutte quelle affrontate fino ad allora.
In quegli anni il mito di Positano stentava a sbocciare, il paese incantato in Costiera Amalfitana era ancora terra inesplorata dai divi delle copertine, nostrani e d’oltre oceano. Si dovette attendere la fine degli anni Settanta perché la nostra meraviglia sul mare non potesse più passare inosservata. Ma Aldo Capilongo, anticipando le tendenze, si addentrava in un’impresa dal successo incerto – non per lui – molto prima, contribuendo, almeno in parte, a conferire un’aura magica e speciale a questo angolo di paradiso.
Per questa visione innovativa, i tempi – e le tecniche di costruzione – non erano maturi: Aldo Capilongo, grande esperto nel settore, ricorse a mezzi antichi, dotando gli operai di muli per il trasporto dei materiali. Solo questi animali, infatti, riuscivano ad avventurarsi sui fianchi scoscesi del promontorio con pesanti carichi. La struttura dell’Hotel Le Agavi, comprese le sedici ville intorno, si erge infatti a immagine e somiglianza della montagna, seguendone le forme, sviluppandosi su ben undici livelli che congiungono cielo e mare in un solo abbraccio, fino alla spiaggia privata. L’ambiziosa iniziativa dovette scontrarsi – oltre che con gli ostacoli e le asprezze naturali – con attacchi e critiche infondate da parte di ambientalisti convinti che la costruzione apportasse danni al paesaggio. Mentre, proprio per amore di quel paesaggio, era nato il sogno di un hotel che sorgesse direttamente dall’anima della roccia. Per poter condividere, dalla vetta sull’ultimo terrazzamento, la stessa vista della Madonnina positanese, sulla nostra sinistra. Un nettare soave per occhi e cuore.
Pietra dopo pietra, Aldo Capilongo, anche con la collaborazione di suo figlio Giovanni, vedeva il suo sogno prendere forma; e quando si dovette dare un colore alla forma, non mostrò dubbi. Anche in questo caso, tutto era chiaro, già deciso nella sua testa tempo prima: tutto doveva essere dipinto in bianco e azzurro. Gli appartamenti e le camere dell’hotel dovevano aspirare alla medesima tinta del cielo, trasmettendo la sensazione di assoluta pace di un paradiso sulla Terra.
Saremo di parte, ma crediamo che la scommessa dell’avvocato costruttore, diventato anche albergatore, sia stata vinta in modo eccellente.