L’affondamento del Salemi e del Valsavoia, un’eroica storia da raccontare

2 febbraio 1943: al largo di Positano, il sommergibile inglese Safari affonda le navi Valsavoia e Salemi. Oltre all’imbarcazione, vengono colpiti anche “Mamma e Figlio”, due scogli che si trovavano a poca distanza dalla Torre Clavel. 78 anni dopo, ti raccontiamo la triste storia che toccò da vicino tutti i positanesi e il gesto eroico compiuto dalla popolazione.

All’origine dell’attacco

L’inizio della vicenda ci porta in piena guerra. Erano da poco passate le 14 di quel 2 febbraio 1943, quando due piroscafi, il Salemi e il Valsavoia, salpati da Napoli e diretti verso la Sicilia, vennero bombardati dagli inglesi.

Non colarono subito a picco. Il Valsavoia, prima di affondare, restò emerso per circa mezz’ora. Il Salemi riuscì invece a evitare il primo missile -che invece colpì gli scogli “Mamma e Figlio”- per poi arrendersi alla serie di attacchi successivi del sommergibile Safari. Seguendo gli ordini del capitano Ben Briant infatti, l’equipaggio inglese riprese a colpirlo fino a farlo affondare.

Fra le motivazioni chiamate in causa per spiegare l’attacco degli inglesi, la più accreditata racconta di alcuni documenti segreti tenuti a bordo dal Salemi. La documentazione era stata spedita da Supermarina al Comando siciliano di Marsicilia e conteneva alcune disposizioni che dovevano restare segreti a chiunque.

L’epilogo annunciato della tragedia fu però stravolto dal coraggioso interventi dei residenti.

La valorosa reazione degli abitanti di Positano

Appreso quanto accaduto, molti positanesi accorsero sul luogo del bombardamento per prestare soccorso a tutte le persone colpite dall’attacco impartito dagli inglesi. Senza esitazione, i pescatori si gettarono in mare a recuperare quante più persone possibile, mentre il sottomarino inglese emergeva dalle acque per attaccare ancora il Salemi.

A terra invece, tutte le altre persone confluite nella Marina Grande accoglievano i sopravvissuti, dando loro il cibo e le cure di cui necessitavano.

Grazie all’eroico contributo della popolazione, otto persone persero la vita (7 appartenenti all’equipaggio del Salemi, uno a quello del Valsavoia), mentre tutte le altre riuscirono a salvarsi. La tempestività dell’intervento dei positanesi ha permesso di salvare quante più vite possibili, ricoprendo di orgoglio l’intera comunità.

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