Fino a pochissimo tempo fa, Positano veniva associata alle bellezze paesaggistiche della Costiera Amalfitana. Un’associazione appropriata, certo, ma a tratti restrittiva: il nostro borgo verticale non si riduce a spiagge di ciottoli lindi, chilometri di mare, ettari di cielo e al verde smeraldo della macchia mediterranea.
Positano è storia, cultura e arte antichissima. Un universo sorprendente tornato alla luce grazie alla recente riscoperta della Villa Romana di Positano, riemersa dall’oblio dopo anni di intenso restauro.
Storia di liberti ed eruzioni
La Villa è stata rinvenuta proprio al di sotto della Chiesa di Santa Maria dell’Assunta, emblematico simbolo di Positano con la sua cupola di maiolica multicolore. Secondo le fonti più attendibili, il complesso nobiliare apparteneva a un valoroso gladiatore, un liberto distintosi per gloriose imprese in battaglia contro i Britanni. Dal suo nome – Polides Claudi Caesaris libertus – sembra derivi anche quello della città (da Polides a Positano).
Secondo le ricostruzioni storiche, la Villa fungeva da residenza estiva, frequentata in determinati periodi dell’anno per rigenerarsi fronte mare e fuggire dagli oneri della vita cittadina. La dimora sfortunatamente condivise con Pompei ed Ercolano la nefasta sorte e venne sepolta dall’eruzione del Vesuvio del 79 d. C. La tempesta di ceneri, pomici e lapilli intrecciò una pesante coperta scura, sotto la quale la Villa ha riposato per secoli e secoli, dieci metri al di sotto dell’attuale livello stradale. Nel 2003 ha avuto inizio un importante ciclo di scavi che si è concluso solo nel 2017, non senza difficoltà.
Ora, dopo secoli di oscurità, è possibile godere nuovamente, al suo interno, dell’atmosfera dell’Antica Roma. Grazie alle passerelle e al percorso guidato, si può ammirare da vicino un vero gioiello, scorgendo, nei dettagli, le successive stratificazioni temporali.
Meraviglie riemerse dal fango
La Villa Romana si distende su tre piani di continue sorprese: dalla cripta – livello superiore – al triclinium – posto a 11 metri di profondità e ammirabile da una passerella in vetro e acciaio. Il triclinium era probabilmente una sala da pranzo al piano terra della residenza, ornata da decorazioni e splendidi affreschi del Quarto Stile. Proprio questi elementi fanno ipotizzare la costruzione della villa tra il I secolo a.C. e il I secolo d. C.
Le tre fasce di affreschi che vestono interamente le pareti del triclinium celebrano la natura, combinata con elementi fantastici e mitologici. Le tinte forti accendono l’ambiente e coinvolgono il visitatore in uno spettacolo suggestivo come nessun altro.
Accanto agli affreschi, vale la pena osservare con cura i tantissimi reperti rinvenuti durante gli scavi e conservati nella Cripta Superiore. Qui è stato allestito uno spazio museale con oggetti di uso quotidiano come seghe, pesi di bilance, padelle, candelabri in bronzo.
Visitare la Villa Romana di Positano è un’esperienza speciale, un tuffo in una bellezza che si credeva perduta per sempre ma tornata alla luce in tutto il suo splendore.