La Costiera Amalfitana è una destinazione che merita di essere visitata e vissuta in ogni periodo dell’anno. L’autunno, in particolare, è uno dei momenti più suggestivi: i paesaggi si tingono di nuove sfumature con tonalità che vanno dal giallo all’arancio, le temperature iniziano a scendere e la brezza marina si fa sempre più pungente.
In questa cornice, anche i grappoli di uva a poco a poco cambiano colore, iniziando un processo di maturazione che si concluderà con la vendemmia. Gli acini delle varietà a bacca bianca passano dal verde al giallo, mentre quelli a bacca nera assumono tonalità che vanno dal rosso al viola. Nuovi vini si preparano ad essere imbottigliati, per essere poi serviti sulle tavole dei commensali e accompagnare anche i piatti più consistenti e ricchi di sapori.
All’Hotel Le Agavi di Positano, lo chef Luigi Tramontano, insignito della Stella Michelin 2018, studia le preparazioni da proporre al Ristorante La Serra per i mesi di settembre e ottobre, mentre il Maître Sommelier Nicoletta Gargiulo sceglie con accuratezza l’abbinamento più armonico per ogni piatto.
La Campania è un territorio dall’antica tradizione enologica e la Costiera Amalfitana si inserisce a pieno titolo in questo contesto. Qui il pesce fa da padrone, motivo per cui tra le eccellenze del territorio spiccano numerosi vini bianchi, freschi, sapidi e molto spesso longevi.
I Bianchi della tradizione
Tra i migliori bianchi della regione possiamo menzionare il Greco di Tufo, la Falanghina del Sannio e il Fiano di Avellino.
Il Greco è uno dei vitigni più antichi presenti nel nostro paese, arrivato alle falde del Vesuvio dalla Tessaglia, e può vantare la certificazione Docg, ottenuta nel 2003. L’areale del Greco di Tufo è ospitata in otto comuni,in una zona con terreni argilloso-calcarei di origine vulcanica con un sottosuolo ricco di minerali.
I vigneti sono distribuiti tra i 300 e i 700 metri con diverse esposizioni e forme di allevamento. Queste differenze si ritrovano anche nei vini, che talvolta celano grandi strutture, una notevole acidità e astringenza. Un tipo di profilo che si addice quasi più a un vino rosso e che porta ad abbinamenti culinari molto vari: dal pesce alla mozzarella, fino ai piatti più corposi con funghi porcini o a base di carne di coniglio.
L’areale più importante per la produzione della Falanghina è il Sannio, dove sono censiti quasi 1300 ettari vitati. La Dop Falanghina del Sannio è prodotta in 5 sottozone e la si trova nella versione ferma – la più nota – ma anche passita e spumantizzata.
La Falanghina si caratterizza per un profumo floreale e fruttato, con qualche sfumatura vegetale quando è molto giovane, e un sapore asciutto. Talvolta, è un vino immediato nella freschezza, ma in alcune versioni è più morbido e corposo.
Si abbina a piatti di pesce tipici della cucina mediterranea.
Il Fiano di Avellino è coltivato e prodotto in 26 comuni compresi nella sola provincia di Avellino. La Docg fu riconosciuta nel 2003 e la superficie vitata iscritta conta poco più di 550 ettari, nei quali troviamo differenze nette di altitudine, di esposizione di terreni che hanno base argillosa calcarea con ceneri, lapilli, più sciolti in alcune zone, più tenaci e compatti in altre. I profili dei vini che ne derivano sono altrettanto eterogenei: fruttati, floreali, agrumati e di erbe aromatiche, talvolta invece emergono sentori tostati e affumicati.
Si presta all’invecchiamento, processo che fa emergere note ancora più profonde ed eleganti. In bocca il Fiano sa essere fresco e sapido, dotato di più o meno morbidezza e persistenza. Svariati gli abbinamenti che si possono consigliare: dai piatti di mare a base di crostacei ai piatti dell’entroterra campano più ricchi e speziati
Le eccellenze della Costiera
L’area della Costiera Amalfitana presenta anch’essa vini pregiati e inimitabili che rientrano nella Dop Costa d’Amalfi. Quest’ultima si snoda su 13 comuni, tra cui anche Positano, Furore e Ravello.
I viticoltori lavorano su superfici estremamente limitate e spesso molto difficili da lavorare: piccoli fazzoletti di terra strappati alla riccia con pendenze vertiginose. Viticoltura eroica senza ombra di dubbio! Vigneti che nascono su suoli stratificazioni vulcaniche sciolti e drenati, con rocce dolomitico-calcaree.
La base ampelografica che contraddistingue i vini bianchi delle tre sottozone – Furore, Ravello e Tramonti – sono il precoce Fenile e il tardivo Ripoli, l’aromatica Ginestra e la speziata Pepella, senza dimenticare Falanghina e Biancolella, localmente note come Biancazita e Biancaterra.
Vini straordinari che regalano note fruttate e tropicali, spesso sapidi, freschi e di buona persistenza gustativa, da abbinare al pesce azzurro e ai frutti di mare.
Preparati a un itinerario del gusto, alla scoperta dei migliori vini campani e delle eccellenze della Costiera. Prenota un soggiorno all’Hotel Le Agavi di Positano e prova sublimi accostamenti al Ristorante La Serra.