Le opere di Lello Esposito, esposte all’interno degli spazi dell’Hotel Le Agavi di Positano, costituiscono una mostra esclusiva di sculture e dipinti ispirati alla storia e alle tradizioni che caratterizzano questo meraviglioso territorio.
Tra i simboli raffigurati troviamo le Sirene, rappresentate con il volto della splendide donne greche, le korai dell’Acropoli, con una sorta di terminazione turrita sulla testa e il corpo conformato a corno. Un tipo di riproduzione che unisce due elementi fortissimi dell’antichità: le Sirene con la loro lunga storia e il corno, tra l’altro in bronzo, il metallo per eccellenza del mondo greco.
Le dimensioni della Sirena-Corno riprendono la grande e imponente statuaria greca, così come anche il Pulcinella-Corno, un’altra opera visibile nel contesto della mostra.
Il culto delle sirene
Il culto delle Sirene è da sempre chiaro sintomo di grecità, ma non bisogna dimenticare che anche a Napoli è fortemente sentita la devozione verso la Sirena Partenope. Questo elemento ci spinge a cercare altri spiragli di provenienza del mito delle Sirene, individuandone il passaggio al mondo greco per il tramite rodio.
Strabone, il geografo greco del I secolo avanti Cristo, identifica la sede delle Sirene nelle isole de Li Galli, tre isolette solitarie e rocciose situate nel tratto di mare antistante Positano. Infatti le isolette del Gallo Lungo, Castelluccio e la Rotonda conservano ancora oggi il nome Li Galli.
Proprio per ricordare che siamo nel regno delle pennute Sirene, una testa di gallo in alluminio, alta oltre mezzo metro, accoglie i visitatori all’ingresso dell’ Hotel Le Agavi.
Le Sirene sono sempre raffigurate su rupi sporgenti sul mare e ben visibili anche da lontano: Partenope, sepolta presso Pizzofalcone a Napoli, Leucosia a Punta Licosa che chiude a sud il golfo di Salerno, Ligea a Punta Campanella che lo delimita a nord. L’ubicazione deriva dal tratto mitico che le caratterizza, di attrarre cioè i naviganti e poi provocarne la morte: le rupi dovevano infatti costituire da lontano un punto di riferimento per i marinai, ma poi il gioco delle correnti trascinavano le imbarcazioni sugli scogli, con conseguente morte degli equipaggi.
La maschera di Pulcinella
Un altro archetipo della regia figurativa di Lello Esposito è la maschera, anzi la mezza maschera, dal naso lungo e le guance grosse, propria di Pulcinella. Come la Sirena, anche Pulcinella è desinente in un corno, dunque ancora abbondanza.
La scultura di Pulcinella realizzata da Esposito evoca un’immagine di spensieratezza unita ad una vena di tristezza, in fondo il carattere del napoletano che ha sempre dovuto affrontare tante difficoltà e ha cercato di superarle a volte con leggerezza a volte con tristezza.
La triade di Napoli con San Gennaro
Altra rappresentazione molto evocativa è la triade di Napoli che vede protagonisti Pulcinella, Vulcano, e San Gennaro in una grande tela su fondo azzurro. San Gennaro è dipinto tutto in rosso, a memoria del martirio e della veste vescovile. Pulcinella spicca invece per il cappuccio bianco e la maschera nera e, al centro, fra i due, c’è Vulcano, dunque il Vesuvio con il pennacchio di fumo che ha caratterizzato tutta una serie di dipinti, soprattutto di artisti stranieri, innamorati dell’immagine di Napoli con il Vesuvio fumante.
Ma Gennaro non è un santo come tutti gli altri. Per i Napoletani è soprattutto potenza e orgoglio popolare, oltre che devozione e speranza e confidenza. Ogni anno, da secoli e secoli, il prodigio dello scioglimento del sangue resta inspiegabile. San Gennaro è il cuore di Napoli: il suo Tesoro permette di entrare nel nucleo più profondo di Napoli e della sua cultura. Chiunque, re o semplice straniero, ha sentito la necessità di fare omaggio al Santo patrono di Napoli.
Tratto dal testo di Matilde Romito “Il Pantheon partenopeo di Lello Esposito”.